Milano – La trappola del talento
Il talento del Coach e il significato del talento in questo contesto storico
La trappola del talento fa parte di un intervento di Aurora Puccio ( qui una breve presentazione video) all’interno di un vento organizzato da AICP Coaching Club Lombardia. La giornata si è svolta il 10 Marzo a Milano, nell’ambito della formazione condivisione del coaching declinato sia nel business che nello sport,
Obiettivo della giornata è stato condividere e confrontarsi su ciò che riguarda il talento in generale, in questo contesto storico e nello specifico il talento del coach.
È stato creato un format apposito dove il tema del talento è stato trattato dal punto di vista etimologico della parola, del significato che ha assunto nel tempo. Fino a giungere a una tesi contrapposta sul termine e il valore intrinseco della parola talento ai giorni nostri dal titolo: la trappola del talento
Qust’ultima parte è stata affidata ad Aurora Puccio Sport Perfomance Coach che ha ribaltato il punta di vista generale e massificato del termine talento, portando i parteciapanti a riflettere e osservarlo da un’altra prospettiva: ovvero il talento come strumento al servizio della vocazione piuttosto che essere appunto una trappola che può portare le persone alla frustrazione.
Troppo spesso si grida al talento sia nello sport quanto nelle aziende. Esistono progetti alla ricerca di talenti. C’è quasi un ossessione nei confronti del talento. Il punto è che spesso non viene riconosciuto oppure viene ostacolato perché portatore di idee innovative incomprese o che presuppongono un rischio che nessun vuole correre. E la storia è piena di talente che all’inizio delle loro carriere non sono stati compresi, riconosciuti e che poi hanno avuto un grande successo.
Allora perché questra spasomidica ricerca del talento?
Perché è il presupposto e l’intenzione che sono sbagliate. Si pensa erroneamente che il talento sia garanzia di successo sul quale ovviamente creare del business. Questa modalità di pensiero rappresenta una trappola per il talento stesso.
Ciò interessa ormai anche lo sport di discipline minori. Invece il talento non è garanzia di successo perché dipende, oltre che dal reale impegno della persona, anche dalla vocazione. Cioè un ragazzo/a che ha il talento per il violino ma il suo sogno è diventare calciatore, non può essere forzato a seguire una strada che non sente sua solo perché in quel contesto ha la predisposizione per imparare con facilità.
Poi c’è anche un problema di cultura e mentalità in quanto si è perso la capacità di discernimento oggettivo sul riconoscere il talento. Stiamo assistendo a un appiattimento culturale che scende verso il basso. Verso la mediocrità. Per cui ad esempio se prendiamo il calcio dove tutti i genitori pensano di avere in casa un figlio fenomeno si capisce come si manca di oggettività e ci si aggrappa al talento come caratteristica per aspirare a sogni irrealizzabili o discordanti con il diretto interessato.
Tutto questo porta a ribaltare la situazione e a far si che il talento diventi una trappola.
Al termine dei diversi interventi si è svolto un bellissimo dibattito e confronto tra i coach riguardo sia il tema rivolto all’esterno che all’interno riferito al talento del coach e come la metodologia del coaching possa intervenire nello sviluppo delle potenzialità delle persone e guidare al riconoscimento oggettivo del talento sia in ambito aziendale che sportivo.
La giornata poi si è conclusa con altri due interventi sull’empatia e la voce come strumento fisico di comunicaizone.
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