Allo sport non importa chi sei e proprio per questo motivo mi occupo di preparazione mentale anche per gli atleti con disabilità, perché quando lavoro con loro, vedo una persona che al pari dei suoi colleghi normodotati, vuole imparare a gestire la prestazione.
Quello che fa differenza in un atleta con disabilità rispetto a un normodotato, è il fatto che essa sia visibile. Mentre le cosiddette disabilità interiori di cui tutti siamo provvisti, non lo sono.
Pertanto in entrambi i casi l’atleta vuole strumenti pratici per gestire emozioni e allenarsi mentalmente, che è ciò che fa la differenza per tutti.