Ustica l’isola del Baseball e del Softball
Un miracolo sportivo-sociale
Ray Kinsella: Esiste il Paradiso?
John: Certo. È il posto dove si avverano i sogni!
( cit. film “L’uomo dei sogni”)
Lo “Stato dell Iowa” è il luogo dove si avverano i sogni di Kevin Costner nel film più emozionante girato sul Baseball: “L’uomo dei sogni”. In Italia non tutti sanno che esiste un posto come lo Iowa: si chiama Ustica e per oltre 30 anni è stata l’isola del Baseball e del Softball. Tra il 1971 e il 2005 la piccola isola del Mediterraneo a nord di Palermo è stata teatro di un sogno che ha coinvolto i 1000 abitanti usticesi diventando un fenomeno sociale. Ma il mondo appartiene ai folli e il caso ha voluto che uno sport non tradizionale, sia diventato il fulcro della vita isolana per molte generazioni di ragazzi e ragazze. Grazie allo sport hanno passato un infanzia bellissima. Un’esperienza di vita irripetibile con una mentalità vincente che oggi replicano nelle loro attività quotidiane.
All’inizio, quando formarono la prima squadra, in un mese non erano ancora in grado tecnicamente di competere con quelle più esperte. Eppure vincevano perché “non ci stavano a perdere”. Loro volevano vincere… sempre. E così che comincia la favola di Ustica che dimostra come la tecnica è utile ma da sola non basta se non è accompagnata dall’atteggiamento mentale giusto.
Ogni sport è il più bello agli occhi dell’atleta che lo pratica. È giusto che sia così. Ma grazie alle capacità narrative dei registi Stefano Coco e Mathia Coco, chiunque può riconoscersi in questa storia pensando alla propria disciplina. Vengono affrontate molte tematiche comuni con una grande lezione nel finale che potrai scoprire solo vedendo il film :-): fa da specchio a ciò che molte società sportive stanno vivendo in Italia. E non c’è calcio che tenga…
Partiamo dal trailer… e ci vediamo dopo
Adesso ti consiglio ti metterti le cuffie, attivare la musica e lasciarti trascinare all’interno di questo breve racconto.
Una storia frutto di una serie di casualità…
La favola di Ustica comincia un giorno per caso negli anni ’70 grazie a un signore di nome Bruno Beneck:dirigente sportivo di altri tempi. Con passione e concreti supporti materiali ed economici, aiutò la piccola isola a innamorarsi perdutamente di questo gioco inviando tecnici federali per insegnare i primi fondamentali tecnici del Baseball. Beneck inoltre fu pioniere della diffusione in Italia di un’altra disciplina tipica d’oltre oceano: il Football Americano.
Tutta l’isola si appassiona. I ragazzi smettono di giocare a calcio e cominciano ad allenarsi ovunque: dalla piazza di fronte al municipio dove ogni tanto qualche palla entrava dalla finestra a disturbare il consiglio comunale; alle strade, fino al campetto di calcio che negli anni fu trasformato in un vero campo in erba e terra rossa. Ustica era in pratica diventata una piccola Cuba, dove tutta la comunità partecipava alla vita dei campioni richiamando l’attenzione della stampa nazionale che si interessò a questo fenomeno sociale.
Man mano che gli anni passarono sia il Baseball che il Softball, continuarono a crescere in modo costante fino a raggiungere la massima serie nazionale. A far compiere il salto di qualità dal punto di vista tecnico ma soprattutto mentale, arrivarono gli allenatori cubani. Più tardi vennero sull’isola anche grandi giocatori da Nettuno, la patria del baseball italiano, e giocatrici straniere dall’Australia, dalla Cina e dalla Nuova Zelanda. Ustica ottenne così diverse promozioni fino a lottare per lo scudetto con il Softball. Ma gli usticesi ormai diventati pazzi per questo sport, non si accontentarono di praticarlo in ogni angolo dell’isola. Si inventarono il Seaball: il baseball giocato a mare sotto gli occhi stupiti degli stranieri che ogni anno partecipavano al Trofeo delle Isole. ( nel film c’è una parte che mostra come giocare il baseball a mare)
Oltre all’aspetto sportivo, ciò che questa disciplina ha regalato a Ustica e ai suoi abitanti è stata la forza di credere che una piccola realtà poteva sognare in grande. Ma soprattutto ha dato una ricchezza dal valore inestimabile: il rapporto umano tra le persone che negli anni, per diversi motivi, si sono ritrovate nel campo dove si avverano i sogni. Nonostante il tempo trascorso e le distanze che li separa, sono e rimarranno uniti per sempre dall’amore incondizionato per questo gioco. Nessuno, avversari compresi, potrà mai dimenticare gli anni del diamante di Ustica.
Il film: Ustica gli anni del diamante
Vedere questo film significa per chiunque ami lo sport in generale, riconoscersi e ripercorrere emozioni difficili da dimenticare. Ci sono storie all’interno che riguardano tutti noi: la nostra infanzia, la passione, l’amicizia, il divertimento, lo stupore delle prime trasferte e delle prime vittorie. Ciò che lo rende godibile è la capacità narrativa degli autori che hanno saputo mischiare, in uno storytelling perfetto, i fatti storici con video e foto dell’epoca, ricostruendo aneddoti particolari ( che non vi svelo). Tutto supportato da un montaggio e una fotografia eccellente che mette in risalto la bellezza di Ustica. A questo si aggiunge colonna sonora stupenda di Riccardo Ponzo. Trattenere le emozioni con la sua melodia è impossibile e ti trascinerà con amore e nostalgia all’interno della storia. Rimarrai tuo malgrado coinvolto lasciandoti nel cuore una riflessione:
Alle volte per andare avanti occorre fermarsi e fare due passi indietro. Ricominciare da quelli che sono i principi dello sport, le motivazioni ma soprattutto la consapevolezza che l’unica strada da intraprendere è l’unione di intenti, la collaborazione. Le guerre portano solo disastri e nessun vincitore. Al contrario l’amore incondizionato per la propria disciplina regala risultati impensabili.
(Puoi guardare il film on line a questo link Ustica gli anni del diamante)
Adesso ti anticipo in breve due storie che troverai all’interno del documentario: la prima giocatrice di baseball e una usticese alle Olimpiadi
La prima giocatrice di baseball
“Ho detto al Presidente che avrei accettato la medaglia solo quando anche loro avrebbero capito che anche una ragazza poteva giocare a Baseball”
Antonella Licciardi 14 anni la prima giocatrice di Baseball rispose così al Presidente Benek, rifiutandosi di indossare la medaglia vinta alle finali Nazionali. Divenne il primo caso in Italia negli sport al maschile in un periodo dove le donne lottavano e lottano tutt’ora per la pari opportunità. Nel video seguente, il giornalista della Rai racconta come le altre squadre si erano opposte alla presenza di una donna in campo, anche se il regolamento non lo vietava e non parlava di formazioni miste. Il caso fu portato all’attenzione del CONI. In seguito fu possibile in tutte le discipline formare squadre miste nelle attività giovanili.
Una usticese alle Olimpiadi di Sydney: Cleila Ailara
Durante gli anni ’90, la piccola isola ospitava due società sportive: l’Ustica Baseball Club e l’Ustica Softball Club, entrambe nelle rispettive massime serie nazionali. Due atlete entrarono a far parte della nazionale maggiore di Softball, diventando tra gli elementi fondamentali della squadra:Cinzia Agnello e Cleila Ailara
Più tardi, Cinzia per motivi personali scelse di lasciare la nazionale mentre Clelia proseguì fino a disputare i Giochi Olimpici di Sydney 2000: prima e unica al momento usticese, a partecipare alle Olimpiadi.
Spero adesso di cuore che tua possa vedere questo film. Qui ti ho elencato alcune tematiche, ma credimi è ricco di spunti che possono aiutarti a scegliere oggi che tipo di atleta, società sportiva, dirigente, presidente o altro vuoi essere nella tua disciplina.
Lo sport allena alla vita…!
Grazie Aurora
(Si ringrazia il comune di Cesano Boscone e in particolare l’assessore Valeria Mules per aver creato l’evento presso il cinema teatro Cristallo. Foto produzione RiccioBlu)
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