Spesso gli italiani abbiamo la capacità di dimenticare che siamo il paese di Leonardo Da Vinci, Anna Magnani, Roberto Baggio, Giordano Bruno, Samantha Cristoforetti, Federico Fellini, Roberto Bolle. Mi fermo qui perché la lista avrai già capito è lunga. Ho voluto appositamente prendere esempi da diverse forme d’arte, come filosofia, cinema, danza, per farti capire che per quanto riguarda genialità, talento e successo, non siamo secondi a nessuno.

Eppure,  per qualche strano motivo, anche tu sei portato a pensare che gli altri abbiano capacità migliori delle tue, imprigionando la tua Unicità che fa parte di te.

Se sei un allenatore e sei alle prese con il problema di tirare su i campioni, fare appassionare i giovani distratti da mille attività.  Se sei tra quelli che quasi sempre volge lo sguardo all’estero per cercare i talenti, pensi che solo gli altri abbiano capacità tecniche migliori delle tue, allora è arrivato il momento di leggere il libro Questa Squadra,- seconda edizione- scritto dalla giornalista Ilaria Brugnotti, edito da Baldini & Castoldi.

Il motivo per cui dovresti leggerlo è perché potresti accorgerti che in realtà quello che ti manca,  è la capacità di  mettere la tua Unicità in tutto quello che impari osservando i tuoi colleghi stranieri, catturando le loro qualità, i loro metodi, le loro tecniche ma poi creando il tuo UNICO, PERSONALE METODO. Questa è la sostanziale differenza. Non c’è cosa più potente di qualcosa CREATA DA TE.

Invece oggi sei allenato mentalmente  a voler tutto e subito. Quindi più comodo un protocollo di allenamento già studiato da qualcun’altro, fermo restando poi che non funziona perché manca…la tua Unicità che al contrario costa tanta fatica e dedizione per tirarla fuori.

Se sei disposto a  metterti in gioco, acquisendo una  competenza  mancante al proprio bagaglio tecnico-mentale, allora ti invito a  imparare dai migliori, scoprendo come pensano, qual’è il loro approccio mentale, in cosa hanno fatto la differenza.

In questa ricerca dell’Unicità, della metodologia personalizzata, sicuramente Emanuela Maccarani rappresenta l’eccellenza italiana per risultati, continuità come tecnico della nazionale. È l’allenatrice più titolata in Italia e nel mondo della ginnastica con ben 132 medaglie.

Questa squadra è la sua biografia che ripercorre tutta la carriera dall’inizio fino alle ultime olimpiadi di Rio 2016 .

Se non conosci la storia di questa disciplina in Italia, ti aiuto con l’esempio fatto dalla giornalista Sky Lia Capizzi durante la presentazione del libro a Milano presso la Mondadori:

 

La stessa Irina Viner Usmanova, Presidente della Federazione russa, la persona più influente nel panorama internazionale, ha cercato di capire quale fosse il suo segreto. Sorpresa dalla vittoria italiana a Mosca, prese le sue allenatrici e cominciò a studiare il suo lavoro. Ormai i suoi esercizi hanno  la sua tipica impronta tant’è che ha proprio dato vita ad una sorta di marchio Maccarani riconoscibile, in quanto le sue composizioni uniche nello stile, sono il risultato di una perfetta sincronia tra musica, difficoltà tecniche e qualità delle ginnaste orientate verso la bellezza dell’insieme.

Tutto questo nonostante l’evidente differenza fisica tra le italiane e le russe sicuramente più dotate.  Ma lei è riuscita a trarre il meglio da ogni singola ginnasta, camuffando questa mancanza, con tutto il resto.

Quante volte nella tua disciplina ti sei lamentato di non avere i grandi campioni, o invidiare quelli delle altre nazioni specialiste da sempre nel tuo sport?  Julio Velasco, altro allenatore vincente, afferma: “io ho 12 persone a disposizione e quelle mi devono bastare. Sono io che poi traggo il meglio da loro“. E Velasco è riuscito a vincere anche con l’Iran che non ha tradizioni nella pallavolo. E per ritornare in Italia ti ricordo anche Pierluigi Formiconi che per dieci anni consecutivi, portò le donne del Setterosa nella Pallanuoto, tralatro considerato con pregiudizio sport solo adatto agli uomini, a vincere il grande slam: Mondiali, Europei e Olimpiade Atene 2004. Sport prettamente fisico dove le giganti australiane e americane sono state battute dalle capacità strategiche-tattiche-mentali delle italiane che poi tutto il resto della pallanuoto mondiale ha cercato di copiare ancora oggi senza riuscirci.

 

Leggendo questo libro troverai tutti gli aspetti qui sopra citati. Sopratutto noterai come la Maccarani si sofferma molto sull’aspetto psicologico, intuendo che nelle sue Ragazze, come ama definirle sempre lei, date per scontate la preparazione tecnica-fisica, sia stato tra gli elementi che spesso le ha creato le difficoltà maggiori da risolvere come tecnico. Tra i compiti di un allenatore c’è quello di motivare i suoi atleti nel momento giusto. Purtroppo ci sono anche quei momenti in cui bisogna dare brutte comunicazioni come restare fuori dalle Olimpiadi. Non sono circostanze facili né per te come allenatore, né per l’atleta che deve ricevere la notizia.

Quindi si evince molto chiaramente come sia importante la parte comunicativa-relazionale, competenza fondamentale che un allenatore deve avere al pari della preparazione tecnica. Perché quando alleni i tuoi atleti, non puoi dimenticarti che stai allenando delle persone con dell’emozioni da gestire e di cui l’allenatore deve sempre portare rispetto tenendole presente ai fini della performance.

Non voglio svelarti tutti i particolari perché vorrei che ti immergersi nella lettura che scorre veloce e piacevole, mettendoti in condizione di catturare bene la strategia e la metodologia  dell’allenatrice, che poi sarai tu a metterla in pratica, con la tua unicità elaborandola, contestualizzandola al tuo sport e alla tua realtà.

Ma una cosa vorrei da subito sottolineartela:

Emanuela Maccarani, durante la presentazione del libro, ha ripetuto più volte come lei deve tutto alle sue Ragazze e al suo staff tecnico, oltre che ovviamente alla Federazione che ha sempre creduto in lei anche nei momenti più difficili. Senza di loro non avrebbe ottenuto tutto questo successo.

 Difende sempre le sue Ragazze. Le tutela.  Si assume sempre la responsabilità dei risultati, anche di quelli negativi in uno sport tralaltro come i tuffi ad esempio, sottoposto ad un giudizio altamente soggettivo. Dove un decimo di punto ti butta giù dai podi olimpici (Leggi i capitoli Pechino 2008 e Rio 2016) nonostante l’evidente performance oggettiva che rasenta la perfezione della tua squadra. Ritrovare quindi, nonostante tutto, la forza e la determinazione  per affrontare il nuovo quadriennio olimpico. La maggior parte degli altri sport hanno il grande vantaggio di poter recuperare una gara… sempre.

L’umiltà, una della sue qualità principali insieme alla capacità di essere lungimirante, curiosa e innovativa,  sta alla base di una mentalità vincente.  Si mette sempre in discussione.

Inoltre, fa in modo che tutto il patrimonio tecnico acquisito dalle sue atlete e la loro esperienza non venga persa, facendo in modo a fine carriera di far parte dello staff tecnico. Di conseguenza tutto il movimento della ritmica ne beneficia in termini di tante bambine che si approcciano alla disciplina, avendo la certezza di poter sognare un giorno di entrare a fa parte della Nazionale. Ecco perché da 20 anni la Ginnastica Ritmica è ai massimi vertici in tutte le competizioni.

Adesso non ti rimane altro che leggerlo, augurandoti di trovare l’Unicità di cui la tua disciplina ha bisogno.

Buona lettura

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Grazie

Aurora