Quale strategia puoi usare quando sai che devi affrontare un avversario più forte di te?
La risposta stavolta arriva dal teatro. Sorpreso? A dirti il vero anche io perché non è usuale che lo sport venga rappresentato sul palco, ma quando ciò avviene ti assicuro che è una magia. Ci sono molti modi per imparare una strategia vincente e non puoi escluderle tutte a priori. Anzi più ti alleni ad osservare ciò che accade intorno a te, più troverai le risposte che cerchi, le soluzioni di cui hai bisogno quando meno te le aspetti e in aree diverse dalla tua.
Quando ho visto al Teatro Out Off di Milano “Fcuk me(n)” tutto potevo immaginare meno che trovare rappresentata la storia di un incontro epico di pugilato, quello tra il campione del mondo in carica George Foreman e Muhammad Alì. Epico perché dietro all’evento di boxe non c’era in gioco solo il titolo ma come spesso accade con lo sport, c’era anche una lotta ideologica. Entrambi di colore uno, Foreman pugile molto apprezzato tecnicamente ma non amatissimo perché privo di qualsiasi interesse umano e scontroso, il secondo Alì, sfavorito perché inferiore dal punto di vista tecnico ma impegnato nella lotta per i diritti degli uomini di colore e molto amico di Malcom X.
Tutto potevo immaginare meno che il teatro, intrecciandosi con il pugilato a sua volta legato a vicende storiche e politiche, potesse regalare uno spunto di riflessione sulla strategia da usare quando si affronta un avversario più forte tecnicamente.
Prima di darti la possibilità di guardare la strategia usata da Alì dal tuo punto di vista, ti descrivo lo scenario perché è una premessa necessaria per comprendere il contesto:
“Fuck Me(n)” è uno spettacolo che parla dell’universo maschile, superando ogni stereotipo sociale per dar voce a ciò che non si vede e, forse, non si immagina nemmeno. Un solo attore, per incarnare tre racconti che si fondono in un’unica storia. Nella seconda, dal titolo “Tracce mnestiche di un padre di famiglia”, il protagonista, fanatico della forza fisica che sfocia quasi in violenza, cerca di trasmettere questo messaggio al figlio Nic, usando la metafora degli incontri di pugilato. Poiché ognuno guarda le cose dal proprio punto di vista, quello che qui mi interessa evidenziarti è l’atteggiamento mentale di Alì, la strategia che l’ha portato a vincere un incontro sulla carta impossibile.
Ecco un estratto del testo scritto da Massimo Sgorbani, interpretato dal bravissimo attore Alex Cendron con la regia di Carlo Compare:
“Alì lo sapeva fin da prima che Foreman era più forte, e per questo durante gli allenamenti si metteva alle corde e si lasciava picchiare, per allenarsi a resistere, a sopportare, a non sentire il dolore. Alì si faceva picchiare e non reagiva, perché sapeva che essere forti e anche sopportare il dolore. E adesso Alì è alle corde, e si lascia picchiare, si tiene chiuso nella guardia, e mentre Foreman lo picchia, sai cosa fa Alì? Gli dice: “George mi deludi, non mi fai male, George, è tutto qui quello che sai fare?Dai, George, non sai fare di meglio?”. E Foreman diventa pazzo di rabbia, perché Alì lo sta prendendo in giro, e allora Foreman picchia sempre più forte, pieno di rabbia, e a un certo punto… Alì esce dalle corde e colpisce Foreman, lo colpisce in pieno, la faccia di Foreman viene investita da quel pugno e si scuote tutta. Lo sai Nic, cosa succede quando la faccia viene centrata da un pugno cosi forte?. Che il cervello ti va a sbattere qua e là dentro la scatola cranica. Perché il cervello è immerso in un liquido, sai? E quando prendi un pugno così forte il cervello ballonzola qua e là come un budino. Per questo svieni, per questo cadi al tappeto e puoi anche morire…Ma Foreman non è morto e neanche è svenuto. Foreman era un toro ed è rimasto in piedi altre tre riprese, e Alì ha continuato a fare come prima, stava alle corde, sopportava il dolore, e poi colpiva all’improvviso. Finché all’ottava ripresa ha piazzato un altro pugno dei suoi, veloce veloce, e poi un altro, e Foreman, che era più forte di Alì, è caduto a terra, e Alì, che era meno forte di Foreman, ha mandato al tappeto Foreman. E lì, nel cuore dell’Africa, Alì ha vinto, ha vinto, Nic, il più debole ha ammazzato il più forte. Alì-Boma-ye ! Alì-Boma ye..”
Quando Alì si preparò per questo incontro, si allenò per resistere ai colpi di Foreman e con la “parola” lo destabilizzò mentalmente a tal punto che Foreman, accecato dalla rabbia, non riusci più ad esprimere la sua tecnica e perse il titolo.. Dal punto di vista dello stato mentale Foreman non fu capace di resistere alle provocazioni dello sfidante, elaborando una strategia per gestire l’imprevisto che lo aveva colto. Un altro errore di Foreman, a mio avviso, fu quello di perdere di vista i suoi punti di forza spostando la conentrazione dalla sua tecnica verso l’avversario. Così facendo, i suoi colpi perdevano energia che invece Alì assorbiva a suo vantaggio creandosi così una sola probabilità di vittoria su cento che lo ha fatto diventare campione del Mondo contro ogni pronostico. Ciò significa che specialmente nello sport di altissimo livello ma non solo, tecnica e fisico non bastano da soli per otternere ottimi risultati se non ci si prepara anche dal punto di vista mentale.
Se ti fa piacere conoscere qualche dettaglio in più di questo incontro storico, ti invito a leggere questo bellissimo articolo di Riccardo Crivelli scritto per la Gazzetta dello Sport. Chissà magari trovi qualche altro spunto su cui riflettere.
Buona lettura!!!
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