Lo sport non è sociale. Lo sport non è cultura.
E’ una questione di mentalità
“Lo sport ha il potere di cambiare il mondo. Ha il potere di suscitare emozioni. Ha il potere di ricongiungere le persone come poche altre cose. Ha il potere di risvegliare la speranza dove prima c’era solo disperazione.”
(Nelson Mandela)
Lo sport non è sociale, non è cultura. E’ molto di più. E’ una filosofia di vita e ha il grande potere di cambiare il mondo perché ha un linguaggio universale. Non sei convinto? Osserva i bambini che in questo sono dei maestri. Per praticarlo non hanno bisogno di conoscere la lingua. Gli basta guardarsi negli occhi, avere un pallone, voglia di giocare e in poco tempo si ritrovano a condividere momenti di divertimento senza pensare al colore della pelle o al paese dal quale provengono.
Se lo sport non svolgesse una funzione sociale, allora perché alle Olimpiadi di Mosca 1980 e Los Angels 1984 gli USA e l’allora Unione Sovietica si boicottarono a vicenda per questioni politiche? Perché nell’edizione di Città del Messico 1968 il vincitore dei 200 metri piani Tommie Smith e il suo connazionale John Carlos, alzarono il pugno chiuso guantato in nero in segno di protesta contro il razzismo? E ancora. Se non fosse sociale, come mai l’Unità Spinale Unipolare di Niguarda utilizza lo sport come forma di terapia per soggetti affetti da lesioni spinali (para e tetraplegici), dando loro la speranza che potranno continuare ad avere una vita normale grazie anche alla pratica di una disciplina sportiva?
Lo sport non serve solo ad allenare il fisico. Lo sport svolge una funzione sociale e culturale, dalla quale è possibile valutare anche il valore di un paese.
Nel Baseball, ad esempio, gli atleti orientali fanno un inchino all’arbitro in segno di rispetto, anche più volte nella stessa partita accettando il suo giudizio, giusto o sbagliato che sia, senza protestare in modo plateale. E’ uno stile comportamentale che viene ripetuto anche in altre aree. In Italia, tale forma di rispetto nello sport, seppur in modalità differenti, viene considerata una rarità.
Ci sono infinite storie che raccontano la potenza con la quale lo sport influenza la cultura, la vita sociale e la mentalità di una nazione, tra tutte ho scelto quella narrata dal film Invictus con Matt Damon e Morgan Freeman.
Ti invito a vedere e ascoltare con molta attenzione il trailer del film. (durata video 2:21)
Siamo nel 1995 subito dopo l’abolizione dell’apartheid e Nelson Mandela è stato eletto presidente del Sud Africa. Il suo primo obiettivo è avviare un processo di riconciliazione nazionale, ma come fare? L’opportunità gli arriva dal Rugby, in vista della Coppa del Mondo ospitata proprio dal suo paese. Gli Springboks, nazionale sudafricana simbolo di questa spaccatura perché orgoglio degli afrikaner (membri della popolazione di pelle bianca) detestata quindi dai neri, viene riammessa alle competizioni internazionali. Mandela nutre la speranza che un eventuale vittoria contribuisca a rafforzare l’orgoglio nazionale e lo spirito d’unità del paese. Decide così di entrare in contatto con la squadra, in particolare con il capitano François Pienaar facendogli comprendere l’importanza sociale di una vittoria finale. Il rapporto tra i due dà vita ad una serie di eventi che rafforzano gli Springboks e li conducono fino ad una insperata vittoria contro gli All Blacks (Nuova Zelanda), diventando il simbolo della grandezza della neonata “Rainbow Nation”.
Fare sport, al pari di tante altre attività culturali, sociali o forme artistiche come può essere il teatro o la scrittura, aiuta a formare il carattere, APRE LA MENTE e prepara ad affrontare gli ostacoli della vita.
Fa parte della cultura e della vita sociale di un paese. Non esiste un’attività migliore di un’altra, sono tra loro complementari. Semplicemente ognuno di noi sceglie quello che più risuona con la propria anima.
Si ringrazia GAGGIANO MAGAZINE per la pubblicazione dell’articolo
Se ti è piaciuto l’articolo, condividilo sui social. Contribuirai a diffondere la cultura dello sport. Lo apprezzerei molto
Grazie
Aurora
Leave a Reply