Il Pacifico a remi – I miei trecento giorni da solo sull’oceano

“Se ci sono riuscito io, chiunque può attraversare da solo l’oceano a remi. La differenza sta nella motivazione”

“Credo che il mare rappresenti l’inconscio, la profondità e il mistero, fattori che l’accomunano all’animo umano, ecco perché si dice che in mare si ritrova se stessi”

“Sono sempre stato convinto che si è pronti a ottenere un grande successo solo nel momento in cui si è pronti ad accettare e superare il più amaro dei fallimenti e io mi sentivo pronto anche alla più umiliante sconfitta.”

“Aldilà dei confini geografici, fuori dai nostri spazi quotidiani e conosciuti ci si libera delle restrizioni mentali e dalle sovrastrutture sociali”

 Alex Bellini avventuriero

Cosa spinge un uomo alla continua ricerca di superare i propri confini? Perché vuole attraversare l’oceano Pacifico con una barca a remi e per di più da solo?. Questo libro non è solo il racconto di un avventura tanto desiderata. E’ la tua storia e quella di tutti noi. L’oceano rappresenta la nostra vita e verrai coinvolto dalle parole di Alex in un viaggio alla ricerca della realizzazione di un sogno: attraversare da solo l’oceano a remi partendo dal Perù fino ad arrivare in Australia. In questo racconto c’è tutto. Nei suoi dieci mesi di navigazione verrai immerso nella magia di strani incontri, nel silenzio del mare che ti costringe a dialogare con te stesso, nelle difficoltà di una tempesta e negli imprevisti che mettono a rischio la tua vita. Ma il messaggio più bello che traspare da questa lettura è che il valore di un uomo non si misura in base ai traguardi ottenuti, ma dai sogni che insegue e che lo tengono in vita. A questo si aggiunge un valore ancora più importante, quello dell’amore per sua moglie Francesca che da terra, sarà sempre al suo fianco per spronarlo ad andare avanti nei momenti difficili.

“Mi aveva detto che non avrebbe mai accettato di vivere accanto ad una persona che, facendo le scelte sbagliate, rischiava di rimpiangere un’occasione perduta.”
Alex

Quando ho conosciuto Alex mi ha colpito molto la semplicità con la quale racconta le sue straordinarie avventure, perché le descrive con una tale disinvoltura come se stesse parlando di una normale giornata di ufficio. Per lui infatti non fa alcuna differenza. Mentre noi potremmo considerare folle fare come lavoro l’avventuriero, dal suo punto di vista è altrettanto folle e “avventuroso” stare tutto il giorno dietro ad una scrivania, chiuso dentro un bellissimo palazzo di vetro. Ognuno ha il suo concetto di avventura …dipende ancora una volta da quale prospettiva la osserviamo.

Buona lettura!!!