“La vita era come l’aria. Sembrava che non ci fosse alcun modo di lasciarla fuori, o tenerla a distanza, e tutto quel che si poteva fare era viverla e respirarla.”
Nick Hornby
L’aria sul viso è quella sensazione che Martina prova tute le volte che scende in pista a correre contro il tempo per battere se stessa e andare oltre ogni limite possibile. Quell’aria che le accarezza il volto dolcemente, le ha ridato la forza di rimettersi in gioco dopo l’incidente stradale che le ha portato come conseguenza, l’amputazione della gamba sinistra.
Aveva 18 anni. Come tutti i ragazzi della sua età, stava tornando dalla discoteca quando un pirata della strada le ha cambiato la vita per sempre. Difficile accettare la disabilità, sentirsi normale in un mondo che guarda sempre alla perfezione, all’apparenza più che alla persona.
L’aria sul viso è il titolo del film documentario di Simone Saponieri, che ha voluto portare sullo schermo la storia di questa grande atleta paralimpica. Campionessa nei 100m agli ultimi giochi di Rio e argento nel salto in lungo. Primatista mondiale, scelta da Luca Pancalli, presidente comitato paralimpico, come portabandiera dell’Italia alla cerimonia d’apertura, il film si propone di divulgare la cultura dello sport paralimpico come forza motrice per superare le difficoltà della vita. Grazie alla pratica di una disciplina, tantissime persone ricostruiscono una vita nuova.
Il film, in fase di post produzione è stato presentato in anteprima al 34th Milano International FICTS festival 2016: gli oscar dei film e documentari sullo sport per il cinema e la tv.( qui trovi i dettagli )
Durante l’intervista fatta da Claudio Arrigoni, storico giornalista della gazzetta dello sport e commentatore per la Rai delle Paralimpiadi di Rio 2016, Martina, con la sua calma direi quasi “zen” e la sua semplicità, ritiene sia importante divulgare la pratica sportiva nel mondo della disabilità e in generale perché lo sport non è soltanto vincere una medaglia. Lo sport fortifica, motiva e ti da l’energia per inseguire nuovi sogni. Lo dimostra la sua stessa compagna di nazionale, Monica Contrafatto bronzo a Rio 2016 nei 100m corsi dalla Caironi. Per lei è stato uno stimolo vedere Martina correre in televisione mentre era sul letto di un ospedale, con la gamba amputata in seguito a una missione in Afghanistan. A tal proposito ti invito a vedere il video con le interviste delle due azzurre.
Martina racconta come a Rio sentisse il peso, la responsabilità di vincere a tutti i costi. Sapeva di essere la più forte. Ma nelle gare non sai mai cosa può succedere. Infatti, ad un certo punto sente che la protesi si sta per staccare. Grazie all’esperienza, è riuscita a non entrare nel panico, a tenere duro fino alla fine e può raccontare di una medaglia d’oro. Ma se si fosse staccata
In una delle tante conferenze a cui Martina viene invitata a parlare della sua esperienza, conclude il suo discorso con un pizzico di ironia citando questa frase con…un sorriso:
Non tutti i pirati vengono per nuocere
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Grazie
Aurora
(foto copertina tratte da google)
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